Il Metal For Emergency è ormai da 9 anni il più noto
festival metal benefico a livello nazionale e in questa decima edizione le
aspettative erano davvero tante.
Per noi di WFR è iniziato ufficialmente con la partenza in
mattinata (chi da Torino, chi da Milano) per raggiungere la zona industriale di
Filago (Bg), sede storica della rassegna Filagosto in cui si inserisce il festival,
e qui allestire lo stand di We Fuckin’ Rock, messo in nobilissima posizione,
subito dietro la regia e di fianco al merch ufficiale. Oh yeah!
Sin dal momento del nostro arrivo è stato chiaro che quest'anno ci sarebbero state diverse novità, a partire da una logistica per il food&beverage decisamente migliorata rispetto agli anni scorsi, un palcoscenico decisamente maestoso e un bill come sempre di prim'ordine, guidato dai leggendari Dark Tranquillity più 4 band italiane di grande valore, ovvero i Break Me Down, i Genus Ordinis Dei, i Deathless Legacy e i veterani Sadist ("veterani" almeno in ordine di carriera, dato che gli ultimi cambi di formazione hanno decisamente e positivamente abbassato l'anagrafe).
Ma andiamo con ordine.
Da un primo giro perlustrativo abbiamo potuto apprezzare
prima di tutto l'ampiezza notevole dell’area concerti e la varietà dell'offerta
legata al mercatino e ai punti ristoro, con tantissimi tavoloni stile festa
della birra sempre all'ombra e davvero l'imbarazzo della scelta quanto a
gastronomia.
Ore 16, finalmente aprono i cancelli e cominciamo ad
accogliere i primi metalheads! Prima dello start ufficiale ai live un po' di
riscaldamento con il Dj set del sempre bravissimo (e ottimo cantante) Mario
Psycho che aizza i primi presenti nell'arena, mentre l’apertura delle danze di
questa giornata è compito dei Break Me Down. La band milanese, attiva dal 2017
e quindi la più giovane di tutto il bill, offre un ottimo coinvolgimento con il
loro alternative metal con venature modern metalcore e la voce di Veronica
sempre decisamente sul pezzo. Bravi! Brani cadenzati, puliti e breakdown più
violenti si alternano senza sosta sorretti dalla voce clean della loro
frontwoman, tutto scorre molto piacevolmente e ce li ascoltiamo con vero
piacere.
Successivamente è il turno sul palco per i cremaschi Genus
Ordinis Dei, band che dal 2011 vede sempre di più espandere la propria luce in
territorio nazionale e all'estero. Genere modernissimo il loro, un particolare
simphonic metal con malcelate influenze death, groove, metalcore che crea
un'atmosfera onirica e stimola un incessante headbanging. Ottima, inoltre, la
performance vocale di Nick, che grazie al suo growl e a una presenza scenica
notevole (di livello ormai internazionale) dà quel tocco di maestosità in più
allo show, in generale assolutamente devastante e impreziosito dai 16 minuti
dell'inno "Fire", che stiamo ancora cantando dopo una settimana...
Dopo il secondo cambio palco ecco i Deathless Legacy,
ormai prossimi al traguardo dei 20 anni di carriera (e non si può dire che
questo non si noti dalla loro grandissima professionalità sul palco). Il loro spettacolo,
curato fin nei minimi dettagli e suonato in modo magistrale, è stato
decisamente coinvolgente e, oltre a questo, c’è da apprezzare la grande
teatralità, i bellissimi costumi di scena e una Steva alla voce in modalità
"beast". Chapeau!
Quando i Deathless Legacy terminano la loro scaletta, si
sta facendo sera ed è qui che arrivano i Sadist. Ecco, qui siamo davanti alla
storia del prog death metal italiano, fin dal 1991, anno della fondazione di
questa band che rappresenta l'apice di un genere un tempo molto in auge anche
qui in Italia.
Che dire, scaletta pazzesca con salti qua e là nella loro
discografia e autentiche chicche direttamente dagli anni 90 che ci riportano ad
un periodo della storia dei Sadist ricco di fasti, il tutto unito ad una presenza
scenica da parte di tutta la band decisamente da professionisti. Peccato solo
per l'assenza forzata di Tommy Talamanca (che, stando alle parole di Trevor
direttamente dal palco, non ha potuto raggiungere i suoi compagni per qualche
inconveniente di natura logistica): sarebbe stato bello rivedere live un autentico
mostro della chitarra e delle tastiere come lui ma si può affermare che è stato
egregiamente sostituito dal giovane e bravissimo Riccardo Babbolin.
Manco il tempo di rendersene conto e sono già le 22.30,
armate svedesi irrompono sul palco, davanti ad una platea letteralmente in
estasi.
I Dark Tranquillity, una della bands pioniere del filone
svedese “melodic death metal” caratterizzato da incredibili armonie presenti in
brani anche molto brutali, hanno offerto un’ora e mezza senza sosta in cui
Mikael Stanne e soci hanno fatto scapocciare un pubblico corso veramente da
tutta Italia per vederli! Una scaletta mirata sulle produzioni più recenti,
senza tralasciare i classiconi del loro repertorio, ma che purtroppo ha
lasciato da parte un album capolavoro, amato da tanti, come “The Gallery”.
Per il resto... non sbagliano niente. Il sestetto svedese
si porta a casa una performance decisamente sopra le righe e il pubblico
apprezza facendo loro sentire tutto il calore italico possibile.
Band top, voto 10 e lode, poi arriva la mezzanotte e, come
per Cenerentola, la magia finisce e i Dark Tranquillity ripongono i loro
strumenti abbandonando il palco. Ma come da copione arriva il momento per loro
di dedicarsi al pubblico post concerto per un Meet & Greet improvvisato,
senza risparmiare sorrisi, foto e due chiacchiere a chiunque volesse
incontrarli.
Dulcis in fundo: pochi minuti da quando finiscono i live e
la festa con Dj Mario Psycho riprende sotto al tendone principale.
In conclusione...festival davvero ben fatto, band tutte di
ottimo livello e lodevole che il tutto sia sostanzialmente a ingresso gratuito,
con un biglietto simbolico ad 1 euro (peraltro devoluto in beneficenza) segno
che la manifestazione da un lato sa essere un ottimo catalizzatore di sponsor,
cosa non da poco, dall'altro che è indubbiamente gestita bene dal punto di
vista delle entrate "collaterali" come beverage e food.
Un plauso allo staff del festival che ha saputo rendere la
giornata indimenticabile per i fans, ripagato da una affluenza di pubblico
davvero impressionante, senza che questo comportasse alcun problema di gestione.
Il
Metal For Emergency… più che un festival ormai, UN’ISTITUZIONE!
E preparatevi perché i preparativi per l’anno prossimo sono già in atto e come sempre, siamo sicuri che sarà un’edizione memorabile!
-Team WFR-