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Noise In Myself - Answer...

20/11/2023

Tornano i Noise In Myself, dopo il debut omonimo pubblicato lo scorso anno.

L’EP in questione conferma le innegabili qualità della band. La giovanissima età traspare, respira, pervade ogni nota. La voglia di sperimentare, una buona dose di incoscienza, la freschezza e l’imprevedibilità del lavoro la fanno da padroni.

L’EP è composto da due brani strumentali, da due pezzi già usciti come singoli, e dalla riproposizione di Interstellar (ripescata dal primo album), qui interpretata dalla voce di Diane Lee (Lost Journey).

La proposta mantiene l’eleganza e la misura dell’album di debutto. I brani si muovono in perfetto equilibrio tra ritmiche dal sapore thrash, con spunti evidenti di scuola Voivod, e una propensione verso sonorità prog e d’atmosfera. Il risultato, oltre ad essere originalissimo e, per questo, capace di testimoniare l’evidente personalità della band, dona all’ascoltatore stimoli continui, nei quali lasciarsi cullare come sospesi nello spazio, non a caso concept dell’EP stesso.

Come ebbi già modo di sottolineare parlando del primo album il tocco di classe, l’elemento capace di abbracciare la proposta rendendola unica e contornata da un’aura particolarissima, è la voce di Martina.

Una voce sempre equilibrata, che pur mantenendosi entro range tonali ben definiti, è in grado di muoversi tra sfumature veramente affascinanti. Anzi, probabilmente è proprio il non cedere alla tentazione di dimostrazioni fini a se stesse dell’estensione vocale (che non dubito abbia) a garantire l’eleganza di fondo che, ripeto, caratterizza in modo specifico i Noise in Myself.

Noto con piacere anche un netto miglioramento nel riffing, che si è fatto più sicuro e complesso.

In conclusione: una band fresca, originale, motivata, coinvolgente. Le premesse per “sfondare” ci sono tutte.

Un piccolo consiglio, che non intacca in nessun modo la bontà del prodotto: ho a volte la sensazione che viaggino un po’ con il freno a mano tirato. Se da un lato, infatti, la misura è segno di intelligenza e saggezza compositiva, riuscire ad integrarla con un po’ di istintività, lasciando andare un po’ le briglie, potrebbe ulteriormente arricchire il sound. Ma, ripeto, sono solo piccole sfumature che, sicuramente, i Noise potranno cogliere (se lo riterranno opportuno) in futuro, dati gli enormi margini di miglioramento che una band del genere, per la giovane età e per la sua qualità, non può non avere.

Andate avanti così ragazzi.