Live Report: Vader + Vomitory + Guests at Revolver Club (San Donà di Piave) - 14/10/2023

17/10/2023

Per quanto riguarda il circuito della musica live in Italia, l'arrivo dell'autunno coincide con la riapertura dei grandi e piccoli club sparsi per lo stivale. Non ha fatto eccezione il Revolver Club di San Donà di Piave che, con l'arrivo dei primi freddi (attualmente puramente teorici, e nella serata in esame se n'é avuto ampio riscontro), ha vissuto nella serata di sabato 24 ottobre l'atteso giorno della riapertura dopo la lunga pausa estiva.

Quale miglior modo per inaugurare la nuova stagione di concerti se non con un evento che ha visto coinvolte due fra le band death  metal più amate di sempre in Italia come gli inossidabili polacchi VADER, impegnati nella penultima data del tour celebrativo dei 40 anni di carriera, e i veterani svedesi VOMITORY, ospiti di lusso per l'occasione?

Se a questo aggiungiamo anche due support act interessanti come i francesi SKAPHOS e i greci AETHERIAN, ecco confezionato un pacchetto quantomai ricco per una serata all'insegna di un po' tutte le declinazioni del death metal europeo; un pacchetto che, visto il gran numero di auto presenti nel pur ampio parcheggio del locale (che, ricordiamo, si trova in una zona industriale con capacità pressoché illimitate, in tal senso), lascia presagire ottimi numeri per questa prima stagionale del club veneto.

Giunto in loco con un certo ritardo sulla tabella di marcia, infatti, il vostro umile scribacchino si è trovato di fronte a un Revolver già bello stipato, nonché caldissimo tanto nella risposta dei convenuti quanto dal punto di vista della temperatura interna, durante l'esibizione della seconda band in cartellone.

Persomi per motivi puramente logistici il set dei greci AETHERIAN, che i convenuti mi hanno segnalato come molto riuscito soprattutto per i fan del death metal melodico di scuola Dark Tranquillity, In Flames e Insomnium, ho fatto in tempo a godermi i francesi SKAPHOS, autori di un'ottima performance sotto ogni punto di vista, con suoni già ottimamente settati capaci di far rendere al meglio il blackened death metal dei transalpini, il cui stile figlio dei Behemoth ma screziato da lugubri interventi di black metal più classico non ha mancato di raccogliere consensi fra il folto pubblico presente.

Le ottime esibizioni dei due opener hanno preparato quindi il terreno nel migliore dei modi alle due leggendarie band che costituivano il piatto forte della serata.

Dopo un cambio palco molto veloce, è stata la volta degli svedesi VOMITORY di prendersi il proscenio.

Orfana del chitarrista Peter Östlund, sostituito alla grande in questo tour da Christian Fredriksson, la storica armata svedese si è presentata al Revolver caricata a pallettoni, come è stato evidente a tutti fin dall'opener “All Heads Are Gonna Roll”. I volumi assassini e il tiro incontenibile col quale la band ha riversato il proprio assalto su un pubblico già eccitatissimo non ha fatto altro che fomentare la platea, pronta ad accendersi fin da subito in un pogo forsennato scandito dalle bordate della batteria di Tobias Gustafsson, autentico martello pneumatico che per tutto il set ha picchiato senza pietà sulle teste degli astanti in visibilio, supportando nel migliore dei modi i feroci riff dello storico chitarrista Urban Gustaffson e il catacombale growl del bassista/cantante Erik Rundqvist.

Lo swedish death metal squisitamente old school dei Vomitory non ha fatto prigionieri, gettando in pasto a un pubblico evidentemente affamato di efferatezze assortite una tracklist che ha giocoforza privilegiato il materiale dell'ultimo album, dal quale sono state estratte, oltre all'opener, anche le ferocissime “Piece By Stinking Piece”, “Ode To The Meat Saw” e l'anthemica “Rape, Strangled, Sodomized, Dead”, già da ora un classico del repertorio dei Nostri, ma che non ha mancato di celebrare la prestigiosa storia di una delle band più leggendarie della scena svedese, ripescando dal proprio passato autentiche gemme quali “Stray Bullet Kill”, “Terrorize, Brutalize, Sodomize”, “Revelation Nausea”, “Regorge In The Morgue”, “Rebirth Of The Grotesque”, “Redemption” e la classicissima “Chaos Fury”, che ha chiuso degnamente un set assolutamente killer per foga, precisione e violenza, costantemente accompagnato dalle meritate ovazioni di un pubblico adorante, che non ha mancato di tributare un'ultima, sonora acclamazione alla prestazione di quella che attualmente è sicuramente fra le migliori, se non la migliore in assoluto, rappresentazione su palco dell'old school swedish death metal.

I convenuti, stravolti dall'intensità dell'esibizione dei Vomitory, erano però qui per festeggiare insieme alla band il 40° anniversario dei leggendari deathster polacchi VADER i quali, accolti da un autentico boato al momento del loro ingresso sul palco, con hanno esitato a riversare sul pubblico la loro proverbiale, chirurgica ferocia, esaltata da una setlist celebrativa che ha mandato in brodo di giuggiole la folta platea di astanti, lanciando un Revolver club stipato in ogni ordine di posti nella stratosfera fin dalla devastante opener “Decapitated Saints”, tratta dal mitico primo album della band, “The Ultimate Incantation”, datato 1992. La truppa polacca, come sempre guidata dal carismatico cantante/chitarrista Peter, al secolo Piotr Pawel Wiwczarek, ottimamente supportato dal secondo chitarrista Spider e dalla monolitica sezione ritmica costituita dal bassista Hal e dal nuovo entrato alla batteria, il funambolico Michal Andrzejczyk, ha dimostrato fin da subito una coesione e un tiro pazzesco, stupendamente graziata da un suono mantenutosi su livelli di eccellenza lungo l'intera serata, iniziando un excursus che l'ha vista pescare gemme da ogni episodio della sua discografia.

Particolarmente acclamate sono state autentiche pietre miliari come “Dark Age”, “Back To The Blind”, “Epitaph”, “Dark Transmission”, “Sothis”, “Carnal” e “This Is The War”, con una menzione particolare per quella “Wings” che molti considerano come l'anthem per eccellenza dei Vader, ma apprezzatissimi sono stati anche gli altri ripescaggi vecchi e nuovi sciorinati dall'implacabile corazzata polacca su un pubblico in stato di costante esaltazione. Ecco quindi che le varie “The Wrath”, “Chaos”, “Vicious Circle”, “Silent Empire”, “Cold Demons”, “Helleluyah”, “Never Say My Name” e “Come And See My Sacrifice” sono stati via via accolti da autentiche esplosioni di entusiasmo, in un interplay continuo fra palco e platea che ha visto il nome dei polacchi scandito dal pubblico ad ogni singola pausa fra un pezzo e l'altro; acclamazioni accolte con evidente soddisfazione dalla band, che ha ripagato l'accoglienza spingendo sempre più a fondo sul pedale dell'intensità, chiudendo poi la serata con due richiestissimi bis, la trascinate “Triumph Of Death” e il recente classico “Shock & Awe”, abbandonando poi il palco dopo lunghi inchini costantemente accompagnati dall'approvazione dei convenuti, convinti di aver vissuto uno dei migliori concerti della propria vita; opinione condivisa dal vostro umile scribacchino, che ha abbandonato la venue esausto ma al contempo pervaso dal desiderio che il concerto ricominciasse da capo.

Serata francamente memorabile.

 

- Edoardo Goi - Tean WFR -