Elvenking, San Vito al Tagliamento 10/9/2023 - Live Report -

11/09/2023

Lo ammetto: avevo molti dubbi riguardo a questa data “fra le mura amiche” dei power-folk metallers friulani Elvenking, un po' per l'atipicità della location, piuttosto avulsa dai consueti circuiti dei concerti metal anche per una regione non certo ricca di strutture ricettive per questo tipo di eventi live, sia per la data prescelta. I concerti della domenica, infatti, sono spesso passibili di riservare brutte sorprese alle band per quanto riguarda l'affluenza del pubblico, soprattutto in questi tempi di “You Tube Generation”. È con questi pensieri in testa che mi sono messo in macchina nella serata di domenica 10 settembre per attraversare la pianura friulana, con le sue lunghe strade che attraversano infinite vigne e campi di mais, per recarmi nella ridente cittadina della destra Tagliamento destinata a ospitare stasera i rituali pagani della band di Damna e Aydan, unici superstiti della formazione che nel lontano 2001 diede alle stampe il debutto degli Elvenking, il leggendario “Heatenreel”.

Lo scarsissimo traffico incontrato durante il tragitto sembrava confermare i miei timori di trovarmi di fronte alla più classica delle domeniche pre-lunedì lavorativo, e la concomitante festa cittadina che animava il centro di San Vito, con tanto di baracconi e luna park, passibile di sottrarre al concerto una buona fetta di ascoltatori occasionali, sembravano concretizzare i dubbi di cui sopra, sicché, quando ho raggiunto con buono ma non eccessivo anticipo la piazzetta Stadtlohn, location deputata ad accogliere il concerto e i suoi astanti, vederla popolata solamente da alcuni sparuti gruppetti di metallari intenti agli abituali riti pre-concerto non mi ha colto esattamente di sorpresa.

Gli Elvenking, però, hanno la magia dalla loro parte, a quanto pare; tant'è che, nella mezz'ora precedente all'inizio del concerto, l'afflusso del pubblico, fino ad allora avvenuto alla spicciolata, si è fatto via via sempre più copioso e, quando alle 21:30 le luci si sono spente, la bella e capiente piazzetta, conformata quasi come una corte e la cui presenza di alberi e flora di vario tipo ben si sposavano con le suggestioni alla base del concept della band, risultava gremita in ogni ordine di posti.

Una risposta di pubblico che ha lasciato piacevolmente stupito non solo chi scrive, ma anche la band stessa, che non ha mancato di ringraziare più volte la platea per la calorosa accoglienza nel corso della serata.

Ero molto curioso di tastare il polso allo stato di forma degli Elvenking, freschi reduci da un'acclamata esibizione al prestigioso festival statunitense ProgPower U.S.A. e giunti con questo concerto a una delle ultime date schedulate per il tour estivo di supporto al loro ultimo album, “Reader Of The Runes-Rapture”, e sono stati proprio due brani tratti dall'ultima fatica in studio a dare fuoco alle polveri in questa serata di metal pagano e ricercato.

Rapture” e “The Hanging Tree” sono state date in pasto al pubblico con una carica evidente. La band ha dimostrato di essere in palla, con gli strascichi del jet-lag che sono stati spazzati subito via dall'entusiasmo di un ensemble che gira con la precisione di un orologio svizzero.

Il suono è parso fin da subito molto equilibrato, arrivando nel corso della serata a un bilanciamento quasi perfetto, sebbene la centralità della location abbia probabilmente impedito ai fonici di spingere oltre una certa soglia il livello dei decibel, rivelatosi comunque adeguato nel dare al concerto la giusta dose di volume.

Il supporto incessante del folto pubblico convenuto ha avuto un effetto galvanizzante sui musicisti che, dopo i due succitati episodi, che non hanno fatto altro che confermare anche in sede live la bontà dei brani dell'ultimo lavoro, senza dubbio uno dei più pesanti e cupi dell'intera discografia degli Elvenking, si sono poi lanciati in una travolgente versione di “Draugen's Maelstrom” che ha visto sugli scudi il batterista Symhon, autore di una prova maiuscola tanto per tiro quanto per gusto negli arrangiamenti, nonché la coppia d'asce Aydan-HeadMatt, apparsa più affilata e affiatata che mai.

Il maestro cerimoniere Damna, presentatosi sul palco in buona forma vocale, ha poi chiamato a raccolta i suoi adepti pagani nella travolgente “Pagan Revolution”, marchiata a fuoco dal violino di Lethien, per poi lanciarsi nelle ammalianti quanto potenti narrazioni di “Silverseal” e “3 Ways To Magic” le quali, insieme alla successiva “Sic Semper Tyrannis”, hanno messo in mostra tutta la versatilità tanto compositiva quanto esecutiva degli Elvenking, sorretti da una sezione ritmica, composta dal già citato Symhon alla batteria e da Jakob al basso, tanto solida quanto fantasiosa.

La band ha dimostrato di credere molto nell'ultimo nato, dando in pasto all'acclamante pubblico altri tre estratti come le potentissime “The Repentant” e “Herdchant” e la più ariosa “Bride Of Night”, graziata da un chorus a dir poco avvincente, per quanto ammantato di malinconia, intervallate da brani diventati ormai dei classici del loro repertorio come “Moonbeam Stone Circle” e “The One We Shall Follow” e da un'autentica pietra miliare del songbook degli Elvenking come “The Wanderer”, tratta dal terzo album dei Nostri, l'acclamatissimo “The Winter Wake”.

Quando il singer Damna ha poi lanciato un altro pezzo da novanta della discografia dei pagan-metallers friulani come “The Divided Heart” tutto il pubblico ha capito che il concerto si stava avviando verso il gran finale, culminato con l'immancabile quanto esaltante celebrazione di “Elvenlegions”, accolta con un ennesimo boato dal pubblico ormai in visibilio, che non ha esitato un attimo nel richiamare sul palco i musicisti per i bis, concretizzatisi in due stupendi ripescaggi dal passato della band.

Il primo bis è stata infatti “The Dweller Of Rhymes”, composizione tratta dal primissimo album degli Elvenking, il già citato “Heatenreel”, che ha fatto fare un balzo nel passato al limite della commozione a tutti i presenti più “attempati”, fra cui il vostro umile scribacchino, mentre il pezzo che ha chiuso definitivamente e letteralmente le danze di uno show riuscitissimo, in cui la band ha superato con grande esperienza e nonchalance i rarissimi momenti di comprensibile stanchezza, è stato un altro classicissimo come “The Winter Wake”.

Tirando le fila di una serata andata ben oltre le aspettative dell'immediata vigilia, possiamo tranquillamente dire di aver assistito a una prova maiuscola di una band che è senza dubbio e da tanto tempo uno dei fiori all'occhiello della scena italiana, apparsa quantomai vitale tanto dal punto di vista della composizione quanto da quello dell'esecuzione live, e tutt'ora impegnata con gran profitto nell'arricchimento della propria tavolozza stilistica fatta di power, prog e folk metal, con qualche misurata incursione nel symphonic e nel metal estremo, come palesato in modo più che chiaro nell'ultimo album, convincente tanto nella sua versione da studio di registrazione quanto sulle assi di un palco.

Elvenlegions on the rise”, canta uno dei brani più famosi degli Elvenking; questa sera è stato senza dubbio così.

 

- EDOARDO GOI (Team WFR) -