Tornano i Noise In Myself, dopo il debut omonimo pubblicato
lo scorso anno.
L’EP in questione conferma le innegabili qualità della band.
La giovanissima età traspare, respira, pervade ogni nota. La voglia di
sperimentare, una buona dose di incoscienza, la freschezza e l’imprevedibilità
del lavoro la fanno da padroni.
L’EP è composto da due brani strumentali, da due pezzi già
usciti come singoli, e dalla riproposizione di Interstellar (ripescata dal
primo album), qui interpretata dalla voce di Diane Lee (Lost Journey).
La proposta mantiene l’eleganza e la misura dell’album di
debutto. I brani si muovono in perfetto equilibrio tra ritmiche dal sapore
thrash, con spunti evidenti di scuola Voivod, e una propensione verso sonorità
prog e d’atmosfera. Il risultato, oltre ad essere originalissimo e, per questo,
capace di testimoniare l’evidente personalità della band, dona all’ascoltatore
stimoli continui, nei quali lasciarsi cullare come sospesi nello spazio, non a
caso concept dell’EP stesso.
Come ebbi già modo di sottolineare parlando del primo album
il tocco di classe, l’elemento capace di abbracciare la proposta rendendola
unica e contornata da un’aura particolarissima, è la voce di Martina.
Una voce sempre equilibrata, che pur mantenendosi entro
range tonali ben definiti, è in grado di muoversi tra sfumature veramente
affascinanti. Anzi, probabilmente è proprio il non cedere alla tentazione di
dimostrazioni fini a se stesse dell’estensione vocale (che non dubito abbia) a
garantire l’eleganza di fondo che, ripeto, caratterizza in modo specifico i
Noise in Myself.
Noto con piacere anche un netto miglioramento nel riffing,
che si è fatto più sicuro e complesso.
In conclusione: una band fresca, originale, motivata,
coinvolgente. Le premesse per “sfondare” ci sono tutte.
Un piccolo consiglio, che non intacca in nessun modo la
bontà del prodotto: ho a volte la sensazione che viaggino un po’ con il freno a
mano tirato. Se da un lato, infatti, la misura è segno di intelligenza e
saggezza compositiva, riuscire ad integrarla con un po’ di istintività,
lasciando andare un po’ le briglie, potrebbe ulteriormente arricchire il sound.
Ma, ripeto, sono solo piccole sfumature che, sicuramente, i Noise potranno
cogliere (se lo riterranno opportuno) in futuro, dati gli enormi margini di miglioramento
che una band del genere, per la giovane età e per la sua qualità, non può non
avere.
Andate avanti così ragazzi.